QUADERNI DEL PATRIMONIO
SAMUELE TOURN BONCOEUR E EUGENIO GAROGLIO, A CURA DI
La collezione di armi del Museo Valdese di Torre Pellice
Collana Quaderni del patrimonio culturale valdese n. 1, Centro Culturale Valdese editore, 2015, pag. 135
€ 15
[…] il volume è il primo di una serie di Quaderni che hanno la finalità di presentare il patrimonio culturale valdese a partire da quello conservato e gestito dalla Fondazione Centro Culturale Valdese […] La scelta di dedicare una serie di Quaderni alle singole collezioni e ai contenitori nei quali sono articolate nasce prioritariamente dal lavoro sui beni anziché su temi o periodi storici […] Il Quaderno è articolato in tre sezioni: il catalogo che propone un’ampia scelta delle schede degli oggetti; la storia conservativa della collezione (dall’acquisizione alla musealizzazione); i temi riguardanti il contesto storico. […] I quaderni saranno quindi uno strumento per informare, far conoscere e, perché no, suscitare curiosità intorno a un patrimonio italiano importante ma poco conosciuto: quello protestante.”
SAMUELE TOURN BONCOEUR, A CURA DI
La collezione di bandiere del Museo Valdese di Torre Pellice
Collana Quaderni del patrimonio culturale valdese n. 2, Centro Culturale Valdese editore, 2016, pag. 80
€ 13
[…] “La collezione di bandiere, stendardi e fazzoletti da collo del Museo valdese di Torre Pellice rappresenta, per consistenza e storia, uno dei nuclei collezionistici principali della Fonazione Centro Culturale Valdese. La grande fragilità dei tessuti con cui sono realizzati tali oggetti rende la loro salvaguardia particolarmente complessa […]. Nel corso del 2015, grazie ad un contributo dell’Otto per mille della Chiesa Valdese, si è deciso di affrontare un importante lavoro di riordino di tutta la collezione […] Nel 2016 infine, in occasione della mostra Bandiere, stendardi e fazzoletti da collo del Museo Valdese, si è deciso di intraprendere un’improrogabile e impegnativo lavoro di restauro sull’esemplare più prezioso della collezione: la cosiddetta “bandiera di Henri Arnaud”[…] Il quaderno e la mostra rappresentano quindi la fase conclusiva di un lungo progetto di valorizzazione e tutela di una parte del patrimonio del Museo Valdese che purtroppo, per ragioni conservative e di spazio, non può essere esposto al pubblico in modo permanente.”
MARCO FRATINI E LAURA VENTURI, A CURA DI
Le Cinquecentine del fondo Pietro Guicciardini nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
Quaderni del patrimonio culturale valdese n. 3, Centro Culturale Valdese editore, 2017, pp. 226
€ 16
[…] “La libreria Religiosa Guicciardini costituisce da un secolo e mezzo un fondamentale punto di riferimento per la ricerca sulla Riforma Protestante, in particolare sul Cinquecento religioso italiano […]. La catalogazione informatizzata di oltre duemila titoli e l’inserimento nel Servizio Bibliotecario Nazionale conclusi in occasione del quinto centenario della Riforma religiosa avviata da Martin Lutero consentono di disporre di schede catalografiche controllate, confrontate con edizioni ed esemplari conservati nelle biblioteche di tutto il mondo […]. La notevole mole di opere di Girolamo Savonarola e la presenza di ecclesiastici che, ancora negli anni Trenta del Cinquecento, si adoperarono per iniziative di riforma della Chiesa di Roma dal suo interno, sono documenti di una visione della Riforma ben differente da quella odierna […]. Il catalogo riflette dunque una lettura di questo tipo, e così la mostra che, allestita nel quinto centenario del suo avvio, ne costituisce la manifestazione visiva e pubblica.”
MARCO FRATINI E LORENZO DI LENARDO, A CURA DI
Le cinquecentine della Riforma tedesca e svizzera nella Biblioteca valdese
Collana Quaderni del patrimonio culturale valdese n. 4, Centro Culturale Valdese editore, 2017, pp. 321
€ 22
[…] “Eventi come il Cinquecentenario della Riforma Protestante non vanno celebrati, piuttosto vanno affrontati attraverso un “ percorso” e devono essere l’occasione per una riflessione “ informata” su quello che è stato e su quello che è il patrimonio che è giunto fino a noi […] Il presente quaderno prova a raccontare uno dei percorsi di ricerca e studio intrapresi in questi ultimi anni guardando al 2017: quello sulla parte cinquecentesca della Biblioteca Valdese […]. Il presente quaderno, poi, che è parte di una serie di pubblicazioni che mirano a presentare e a “ far dialogare “ anche in questo caso le varie parti del patrimonio valdese custodito in particolare dalla Fondazione Centro Culturale valdese, e anche la mostra che dalla ricerca ne è nata e che presenta un’area consistente del lavoro svolto concludono questa parte del progetto di studio e valorizzazione delle cinquecentine della Biblioteca Valdese, uno dei progetti per il Cinquecentenario della Riforma ma anche uno dei progetti di messa a valore del patrimonio protestante italiano che in questi anni si sta portando avanti. Un lavoro quindi, quello sulle cinque centine della Biblioteca Valdese che deve essere inteso come una parte di un tutto e non come un momento conclusivo di un percorso.”
SAMUELE TOURN BONCOEUR, A CURA DI
Le medaglie di Luigi XIV del Museo Valdese
Collana Quaderni del patrimonio culturale valdese n. 5, Centro culturale valdese editore, 2018, pp. 59
€ 7
[…] “Il potere delle immagini si concretizza secondo uno schema circolare. Anche i potenti finiscono per soggiacere alla suggestione dei propri simboli … Il presente quaderno del patrimonio culturale valdese ovviamente non parla delle immagini e delle monete coniate dal primo imperatore romano ma dell’Histoire Métallique di Luigi XIV e delle medaglie coniate nell’ambito di quel progetto e che in parte oggi compongono la collezione del Museo storico valdese […] Il Re Sole non era Augusto ma sicuramente aveva studiato la numismatica classica e in particolare quella romana di epoca imperiale e il progetto che sta dietro all’Histoire Métallique non può non tenerne conto, e non si può pensare che questa sia un’idea isolata nata a fine Seicento, anche se la sua particolarità la rende unica […] La collezione della Fondazione Centro Culturale Valdese ha la particolarità di raccogliere le medaglie che hanno per soggetto le guerre di religione, l’eresia e in generale i temi legati al protestantesimo o al territorio “vicino” alle Valli Valdesi […] Nelle medaglie dell’Histoire Métallique, e, di conseguenza quindi anche in questo quaderno, propaganda, arte, identità, narrazione si intrecciano e si arricchiscono vicendevolmente finendo per raccontare non solo un periodo (quello del Re Luigi XIV di Francia e della sua “grandezza”), la sua arte e la sua capacità di comunicare ma anche le possibili letture di essa che negli anni si sviluppano.”
DAVIDE ROSSO, A CURA DI
Giacomo Weitzecker e Luigi Jalla. Missionari e geografi valdesi in Africa australe
Collana Quaderni del patrimonio culturale valdese n. 6, Centro Culturale Valdese editore, 2019, pp. 191
€ 20
[…] “Il progetto Giacomo Weitzecker e Luigi Jalla, missionari e geografi Valdesi in Africa australe a fine Ottocento, finanziato in parte con un intervento dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese, è nato da un’idea condivisa dalla Società Geografica Italiana Onlus e dalla Fondazione Centro Culturale Valdese e aveva come intento il valorizzare, attraverso lo studio e l’esposizione di documenti e reperti confluiti nelle collezioni dei due istituti il “ risultato dell’attività missionaria ed esplorativa che alcuni valdesi intrapresero tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento in alcune zone dell’Africa australe […] Questo quaderno punta sulla valorizzazione dei vari materiali presi in considerazione e sul loro essere in dialogo, mettendo, forse per la prima volta, in relazione patrimoni diversi oggi di proprietà di enti lontani fra loro[…]. Il lavoro pionieristico dei missionari esploratori dell’Ottocento ovviamente non si limitò solo agli aspetti etnografici, antropologici e geografici […] Il tema della ricerca, focalizzata sull’essere geografi-missionari, e lo spazio limitato di questo Quaderno, non ci ha permesso purtroppo di scandagliare tutte le tematiche collegate che rimangono sicuramente un interessante percorso aperto di approfondimento.”
SAMUELE TOURN BONCOEUR, A CURA DI
Intagli alpini, legni decorati delle Valli valdesi
Collana Quaderni del patrimonio culturale valdese n. 7, Centro Culturale Valdese editore, 2019, pp. 191
€ 20
[…] Per quel che riguarda la collezione di oggetti decorati a intaglio della Fondazione, per la maggior parte provenienti dall’area della Val Pellice e in generale delle Valli Valdesi (oltre a quella del Pellice anche le Valli della Germanasca e del Chisone), il contestualizzarla significa dare uno sguardo almeno alla dimensione delle valli alpine […]. Il patrimonio rappresentato dalla collezione del Museo Valdese in questa prospettiva è stato quindi messo in dialogo con una delle maggiori collezioni private di oggetti decorati: la collezione di Stéphane Chevallier di Guillestre, in Francia […] Il Quaderno, pubblicato in occasione della mostra “Intagli alpini. Legni decorati tra Valli Valdesi e Queyras” (maggio-ottobre 2021) ha così portato alla schedatura di 43 oggetti decorati del Museo Valdese e alla pubblicazione di oltre 100 riproduzioni fotografiche di oggetti provenienti dalle Valli Valdesi, costituendo un repertorio totale di quasi 150 manufatti, senza precedenti per queste vallate. Nell’esposizione di Torre Pellice, ai pezzi catalogati in questo Quaderno, si affiancano anche più di 30 oggetti provenienti dalla Francia e dal Pragelatese, prestiti di Stéphane Chevallier. Infine vogliamo ancora dire della preziosa collaborazione che hanno fornito Gaëlle e Pierre Putelat, di Editions du Queyras. La prima per il testo redatto con Chevallier, che trovate in questo volume, in cui si presenta proprio la comparazione tra la pratica dell’intaglio nelle diverse aree al di qua e al di là delle Alpi, e il secondo per averci permesso di arricchire il volume con il suo vasto repertorio di fotografie.”
SAMUELE TOURN BONCOEUR, A CURA DI
L’erbario di Edouard Rostan. Studi botanici nelle valli valdesi
Collana Quaderni del patrimonio culturale valdese n. 9, Centro Culturale Valdese editore, 2024, pp. 240
€ 20
L’Erbario di Rostan custodito dalla Fondazione Centro culturale valdese, e attualmente in via di digitalizzazione al Museo di Scienze naturali di Torino, diventa l’occasione per conoscere gli studi botanici intrapresi da questo straordinario personaggio che da medico condotto ha avuto una vasta corrispondenza con scambi di piante, con il mondo botanico ottocentesco.
Grazie al suo lavoro scopriamo che la natura è in “movimento”. L’erbario è la fotografia di un momento temporale delle Valli valdesi, ma attraverso il suo studio possiamo anche vedere che le piante emigrano, si spostano con l’uomo oppure per vie naturali, alcune specie spariscono, ma questo è patrimonio di un territorio, che racconta la sua storia. Rostan con i suoi studi botanici di oltre 2000 fogli di erbario ci ha lasciato una grande eredità culturale dal profilo non solo scientifico.
Tredici testi di specialisti e oltre 60 schede relative a fogli dell’Erbario.
NARRATIVA
GIORGIO TOURN
I giorni della Bestia
Stampato dalla Fondazione Centro Culturale Valdese 1992, pp. 234.
€ 9
L’autore ripercorre il viaggio del Glorioso Rimpatrio dei valdesi romanzandolo attraverso tutti i luoghi cardine e i personaggi di questa impresa.
Giorgio Tourn, nato nel 1930, pastore valdese, storico e teologo, è stato presidente della Società di studi valdesi e della Fondazione Centro Culturale Valdese. Fra le sue numerose pubblicazioni: I Valdesi. La singolare vicenda di un popolo-chiesa; I protestanti: una rivoluzione; Italiani e protestantesimo. Un incontro impossibile? editi dalla Claudiana e per il Centro Culturale Valdese, oltre al suddetto romanzo anche quello dal titolo Daniel, un Valdese giacobino.
PAOLA GEYMONAT D’ AMORE
Le galline non hanno confini
Le galin-e a l’an pa ’d bòine
Centro Culturale Valdese Editore 1996, pp. 248.
Esaurito
Le galline non hanno confini racconta le vicende, tristi e felici, della famiglia Geymonat per un arco di tempo di circa un secolo, a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento.
I Geymonat sono montanari che, dal Bëssé di Villar Pellice, si trasferiscono a Bricherasio, in una cascina che hanno comperato coprendosi di un debito pesantissimo per poter sperare in un futuro migliore. La vicenda non è inusuale. Nello stesso periodo molti montanari, in val Pellice come in altri luoghi alpini, per fuggire una situazione economicamente svantaggiosa, scendevano in pianura o emigravano in America o in qualunque luogo che offrisse possibilità migliori di un lavoro in montagna, fatto di fatiche, rinunce e ben poche prospettive.
Paola Geymonat è nata a Bricherasio il 13 marzo 1951. Insegna francese nelle scuole elementari del Circolo di Luserna San Giovanni. Sposata, ha due figli, Stefano e Susanna.
Abita alla Gioietta di Bricherasio, la cascina che è di proprietà della sua famiglia fin dal 1857. Il racconto Le galline non hanno confini è nato dalla volontà di fissare sulle pagine tutto quel che le è stato narrato, per offrire ai suoi figli delle radici solide e profonde.
FRANCO GIRARDET
All’alba il pane bianco
Centro Culturale Valdese Editore 1997, pp.148.
€ 9
Da questo libro è stato tratto un racconto per il cinema, firmato dall’autore e da Antonio Petrocelli, risultato vincitore del premio Solinas 1997.
Invenzione e verità si fondono in questo libro intenso e poetico: la strage nella stazione di Myslowice vicino ad Auschwitz, la casa russa, l’io narrante, il parco stupendo sulle colline di Firenze, Irina – la “fata buona” -, la liberazione, la prima vera colazione con il pane bianco per i bambini, la dimora gentilizia d’Oltrarno, le cinque storie autentiche di ex allievi, la vecchiaia a Scandicci …
Dal settembre del ’43, fino ai giorni nostri, si svolge una vicenda umana e pedagogica collegata alla storia di quegli anni. Le figure degli otto piccoli scampati dalle camere a gas, la loro crescita si intrecciano – come “quella grandissima quercia abbracciata ad un olmo dove Joseph si nascondeva per riprendersi la vita” – a notazioni storico-ambientali autentiche.
E al termine rivedremo anche il piccolo Otto, “con la pelle diafana, bruttino, il nostro prediletto”, per giungere a un finale positivo per le conquiste pedagogiche e insieme raggelante per le altre stragi recenti ai danni dei bambini, per cui tutto sembra ricominciare all’infinito.
Franco Girardet, nato a Roma nel 1920, per ventitré anni ha diretto il Convitto valdese di Torre Pellice (Torino), esperienza richiamata nel saggio-racconto: Il Convitto liberante, Guaraldi 1977. In seguito scrive un romanzo di formazione: Il bambino dell’autostop, Edizioni Gruppo Abele 1987. Ha collaborato ad un programma di prevenzione nei “laboratori di igiene mentale” presso scuole elementari e medie di Scandicci.
MARIA LUISA GARIGLIO GENRE
La balmo d’Arman
Collana Centro Culturale Valdese – Claudiana Editrice 1998, pp. 134.
Esaurito
Un avvincente racconto, pieno di suspense, ambientato in val Germanasca nella prima metà del nostro secolo [il Novecento].
Ne è protagonista Letizia, affascinante figura femminile narrata con amore e rispetto, che affronta con fermezza le difficili vicende della sua esistenza: l’emigrazione clandestina in Francia, la violenza subita da giovinetta, il matrimonio misto, il peso delle fatiche, l’amore per un uomo sposato. Ma attraverso questa cronaca familiare assistiamo anche, con gli occhi di Letizia, alla scomparsa del mondo della sua giovinezza: la vita del villaggio con la sua rete familiare e amicale, il lavoro agricolo, il ritmo delle stagioni, il rapporto con gli animali.
Questo passato viene fatto vivere dall’autrice che, con sobrietà di linguaggio, ripropone l’interrogativo di senso legato a ogni esistenza umana.
Maria Luisa Gariglio Genre, nata a Torino, a seguito di un matrimonio misto ha frequentato assiduamente dagli anni settanta la val Germanasca, interessandosi a usanze e costumi del mondo valdese.
GIORGIO BERT
Come foto sbiadite
Collana Centro Culturale Valdese – Claudiana Editrice 1999, pp.247.
€ 3,23 (reminescenza claudia editrice)
C’è stato un tempo in cui alle Valli la vita quotidiana era modellata sulla parola di Dio. In questo luogo e in questo tempo – a cavallo tra Ottocento e Novecento – incontriamo le protagoniste del racconto: Sophie e Clotilde. Esse non cercano la realizzazione nel matrimonio, ma fanno una scelta diversa: per amore di indipendenza la prima, per realizzare una particolare vocazione di testimonianza la seconda. La loro ricerca di libertà le porta lontano dalle Valli, non verso l’Italia, paese a loro profondamente estraneo, ma verso l’Europa protestante e gli Stati Uniti.
Partire significherà per loro anche mettersi alla prova, confrontare la fede con situazioni e problemi nuovi, come le lotte operaie in Francia o l’emergere del nazismo in Germania.
Giorgio Bert (Torino, 1933) è medico e, ogni tanto, scrittore. Valdese (antenati in Val Chisone e Germanasca). Nella famiglia si trovano parecchi medici e pochi pastori, la qual cosa non ha impedito che la Bibbia fornisse, almeno fino a due generazioni fa, le basi e le linee guida dell’esistenza.
Non frequenta la chiesa, il che è certo criticabile, ma si considera valdese lo stesso: neanche volendo (e lui non vuole) si può smettere di esserlo.
Ama la Francia e la cultura francese, il cinema in bianco e nero, il vino, il Don Giovanni, lo studio della comunicazione, la cucina inventiva, il silenzio, la Bretagna, i libri.
Sospetta delle certezze e di quelli che le ostentano. Su Dio e sulla religione resta perplesso; dalle chiese, come da ogni altra organizzazione strutturata, tende a difendersi: troppe leggi, troppe regole, che è così bello violare.
Come molti anziani ama muoversi sul filo del ricordo) che ha ben poco a che fare con la verità): il passato, almeno nella narrazione, ha l’inestimabile vantaggio di non essere presente.
GIORGIO TOURN
Daniel, un valdese giacobino
Collana Centro Culturale Valdese – Claudiana Editrice 2000, pp. 346.
€ 3,75 (reminescenza claudia editrice)
Prima di essere scritto questo libro è stato raccontato e questa sua origine discorsiva, frammentaria ne ha determinato anche la stesura. Daniél (il magiste o magistre, a seconda delle località), maestro di una piccola scuola valdese, prima di essere un personaggio è stato un’evocazione scenica, un’immagine visiva, che appare e scompare.
Egli ci ha permesso di gettare uno sguardo sul mondo delle Valli valdesi nel periodo della grande crisi culturale che precede il 1848. Uno sguardo, appunto, che forse ignora fatti rilevanti e coglie il dettaglio, che non analizza ma interroga. Di conseguenza anche la vita di Daniel: la Rivoluzione, la guerra, l’insegnamento e le sue esperienze interiori – speranze giacobine, delusioni, crisi del Risveglio – sono delineate in modo sommario, per cenni, i personaggi che incontra escono dall’ombra per farvi subito ritorno.
Ma questi scarni elementi, questi frammenti di vita costituiscono altrettante aperture sul minuscolo ghetto valdese nel Piemonte da Vittorio Amedeo IV a Carlo Alberto, con le sue speranze e le sue battaglie.
Il lettore che seguirà Daniel nel suo cammino e condividerà il problema che lo assilla, quello della libertà, non accrescerà forse le proprie conoscenze e certezze ma gli interrogativi, diventandone il compagno.
Giorgio Tourn, nato nel 1930, pastore valdese, storico e teologo, è stato presidente della
Società di studi valdesi e della Fondazione Centro culturale valdese. Fra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo: I valdesi. La singolare vicenda di un popolo-chiesa; I protestanti: una rivoluzione; Italiani e protestantesimo. Un incontro impossibile? editi dalla Claudiana. È autore anche di un romanzo storico sul Rimpatrio dei valdesi, I giorni della Bestia, pubblicato a cura del Centro culturale valdese.
MASSIMO SIVIERO
Un mistero occitano per il commissario Abruzzese
Collana Centro Culturale Valdese – Claudiana Editrice 2001, pp. 240.
Esaurito
Selezione premio “Scerbanenco” al “Noir in Festival” di Courmayeur 2002
A Napoli, crocevia del Mediterraneo, si mescolano ogni giorno popoli e religioni diverse. E diversi sono i linguaggi e i dialetti, che diventano quasi un’unica parlata. Ma i fantasmi del passato, all’improvviso, riaffiorano con effetti devastanti.
A Guardia Piemontese, enclave valdesi in Calabria, un feroce delitto tiene la gente nel terrore. Si verificano altri strani episodi che fanno pensare ad un rituale. Un suicidio, la sparizione di un libro antico, la comparsa di oggetti dai mille significati, strofe e versi inquietanti.
Il capo della Squadra mobile napoletana, Gabriele Abruzzese, sta curando la rinite alle Terme Luigiane ed è costretto ad intervenire. Nessuno ci capisce niente, tanto meno un Pubblico Ministero che non ha esperienza di omicidi. Al rientro del commissario a Napoli, la
serie nera prosegue sempre più raccapricciante, in quella che fu la capitale del Viceregno durante il dominio spagnolo. Tutti sono convinti che i delitti appartengono ad autori diversi.
Tutti tranne Abruzzese, che sospetta una matrice comune.
Le indagini richiederanno tutto l’acume del detective di origine avezzanese, attraverso i percorsi bui della storia e i meandri della città e della psiche umana.
Massimo Siviero, giornalista professionista, vive a Napoli ed è al suo terzo romanzo giallo.
Ha già pubblicato – con le due precedenti inchieste di Abruzzese – Il diavolo giallo con l’editore Camunia e Il terno di San Gennaro con Lo stagno incantato , con il quale ha vinto il premio “Napoli in giallo” ed il premio speciale “Procida-Isola di Arturo-Elsa Morante”. Con l’editore milanese ha poi pubblicato, nell’antologia Misteri, la novella horror Delitto di difesa.
Ha inoltre vinto, con La carrozza della storia, il premio “Gullo 1999”. È infine autore di Basar, Nepesh, sedici racconti gotici napoletani.
ANNA PASCHETTO
Seconda lettera ad un pastore delle Valli
Collana Centro Culturale Valdese – Claudiana Editrice 2003, pp. 298.
€ 3,75 (reminescenza claudia editrice)
“Mi piace stare in val Pellice. Anche se so che non vi appartengo. Ho avuto la sfortuna di avere un padre valdese. Ho avuto la fortuna di essere divisa tra un padre valdese e una madre cattolica. Questo ha messo un po’ in moto la mia mente”.
Quello di Paschetto è un “movimento”, un percorso narrativo che si snoda sulla traccia del ricordo del padre e del mondo abitato da zii e zie, nonni e nonne paterni nel tentativo di comprendere se esista o meno, e che cosa sia, l’identità valdese.
Se sono soprattutto i luoghi (le radici?) a essere ricchi di senso e pieni di vita, l’occhio che li guarda – così come guarda i valdesi, sostanzialmente identificati, e non a caso, con chi abita le “Valli” – lo fa dall’interno di un’emozione, di una storia familiare, di una vita.
Una scrittura per frammenti in cui si mescolano luoghi e tempi diversi, una sorta di un moderno “romanzo” di formazione di una donna dall’identità complessa, fatta di molteplici appartenenze e riferimenti.
Anna Paschetto insegna letteratura inglese all’Università Statale di Milano. Si interessa
principalmente di teoria critica letteraria e cinematografica, ovvero delle leggi che governano le storia che ci raccontiamo. Ha pubblicato saggi diversi ed i volumi No, lei disse, no non voglio, no (Marcos y Marcos) e Shakespeare: la commedia ben temperata (Cuem). Il suo sito internet è http://ariel.ctu.unimi.it/corsi/letInglese.
GIORGIO TOURN
Salvare Cesarina. Il libro impossibile
Collana Centro Culturale Valdese – Claudiana Editrice 2005, pp. 200.
€ 3,38 (reminescenza claudia editrice)
Un adolescente sente l’impellenza di raccontare la storia della prozia Cesarina e del suo antico
mondo per sottrarli all’oblio. Il progetto però fallisce, svelando la complessità e l’inafferrabilità dei ricordi e della memoria.
“Il ricordo si sarebbe spento e un giorno nessuno avrebbe più saputo nulla di lei, della sua vita; si sarebbe ridotta a non essere che un nome, solo più un nome, per breve tempo, e poi nemmeno quello, il nulla.”
Giorgio Tourn, nato nel 1930, pastore valdese, storico e teologo, è stato presidente della Società di studi valdesi e della Fondazione Centro culturale valdese. Fra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo: I valdesi. La singolare vicenda di un popolo-chiesa; I protestanti: una rivoluzione; Italiani e protestantesimo. Un incontro impossibile? editi dalla Claudiana. È autore anche di un romanzo storico sul Rimpatrio dei valdesi, I giorni della Bestia, pubblicato a cura del Centro culturale valdese.
BENJAMIN VALLOTTON
Sulla roccia
A cura di Graziella Tron. Collana Centro Culturale Valdese – Claudiana Editrice 2006, pp. 228.
€ 3,75 (reminescenza claudia editrice)
“ … Una bella storia di montanari, in cui la natura e la montagna sono al centro del racconto. A volerli riassumere in un’immagine, i valori racchiusi nel libro sono la fede, i luoghi e le radici familiari e storiche dei personaggi. Siamo nell’ottocento, nella valle di Freissinières. Protagonisti della storia sono una bambina, suo fratello, la sua famiglia, il loro villaggio, un mondo “ fuori dal mondo”, per i più. Vi si ritrovano le lunghe notti invernali, valanghe e alluvioni, il viaggio in città a dorso d’asino, il magico evento del passaggio delle greggi, la mietitura sotto il sole, i riti della vendemmia e della panificazione, i mendicanti, il confronto diretto con la morte, la speranza nella resurrezione …, ma soprattutto la scuola, supremo privilegio, promessa di gioia e libertà per il futuro.”
Benjamin Vallotton nacque nel 1877 e trascorse l’infanzia a Gryon nel Cantone di Vaud (Svizzera) dove suo padre era pastore protestante. Il giovane Benjamin studiò teologia a Losanna e lettere a Monaco e Parigi. Nel 1921, professore a Strasburgo, venne eletto quale membro straniero dell’accademia reale di lingua e letteratura francese del Belgio. Nel 1944. Durante l’occupazione tedesca, si rifugiò a Freissinières, nelle Hautes Alpes, luogo di origine della madre. Ebbe una produzione, non solo letteraria, molto vasta: una quarantina di romanzi, novelle, saggi, studi e articoli. Ottenne numerosi premi letterari e le sue opere furono tradotte in inglese, olandese e tedesco. Morì a Sanary-sur Mer nel 1962.
MARCO ROSTAN
Tutto quello che la tua mano trova da fare
Collana Centro Culturale Valdese – Claudiana Editrice 2008, pp. 271.
€ 15
“… E’ possibile trovare se stessi buttandosi nella Storia? E, parlando di sé, è possibile raccontare una storia ( e magari anche la Storia? ) Può raccontare la propria vita un io che vive in continuo riferimento a un Altro che gli sfugge e nello stesso tempo lo determina ? Può l’esistenza essere vissuta come un costante mandato senza che ne venga distrutta la vitalità individuale ? Possono la relazione con gli altri e l’impegno in un progetto collettivo essere così intensi da fondare il senso di una vita e nello stesso tempo contenere elementi di autodistruzione? Sono interrogativi, questi, che riguardano direttamente il rapporto con la cultura protestante, la condizione di minoranza e lo sviluppo dei talenti. Il protagonista di questo libro è un valdese del Novecento, nello stesso tempo assolutamente atipico e del tutto emblematico, che nel suo racconto testimonia di una vita intesa come risposta all’invito dell’Ecclesiaste:
“ Tutto quello che la tua mano trova da fare fallo con tutte le tue forze”. Non troveremo molte risposte a queste domande, ma di certo le vedremo tornare, insieme ad altre, nella luce cangiante di un viaggio sfaccettato, personale e insieme collettivo.”
Marco Rostan, nato a San Germano Chisone (TO) nel 1941, laureato in architettura, è stato insegnante di educazione tecnica nelle scuole medie di Roma e di Cinisello Balsamo. Collabora al settimanale “Riforma” e ha pubblicato Scuola e mercato del lavoro (con Rosanna Emma)
PAOLA GEYMONAT D’AMORE
L’ultimo dottore
Collana Romanzi storici del Centro Culturale Valdese – 2015, pp. 87
€ 12
“…. Il dottor Gay – o barba dutur (zio dottore) o barba Chel (zio Michele) – era una figura eccentrica, “un genio si potrebbe dire, nel bene e nel male – racconta l’autrice”.Due volte laureato (in zooiatria e in medicina e chirurgia), assistente di Anatomia e Fisiologia alla Regia Scuola Veterinaria di Torino, ufficiale sanitario a Villar Pellice e Bobbio Pellice. Vestiva in modo particolare: frac, bombetta e papillon; era di origine valdese ma profondamente ateo e spesso in polemica con la chiesa e i pastori. Insomma, un profilo storico accattivante e ricco di spunti… Il punto di partenza del lavoro di ricerca è stato “l’aver ritrovato un dattiloscritto in cui la sua vita era raccontata in dialetto di Bobbio da una persona che lo aveva conosciuto”. Un documento prezioso, che ritroviamo in appendice del volume con la sua traduzione. Un testo che supportato dalla ricerca fatta dall’autrice sui giornali locali d’epoca e negli archivi, e messo a confronto con altre fonti storiche dà vita al racconto che si sviluppa di fronte al lettore, con le tracce e i frammenti di storie che vanno a sommarsi e a formare la narrazione.”
Paola Geymonat D’Amore, nata nel 1951, vive alla Gioietta di Bricherasio. È un’insegnante in pensione; ha scritto Le galline non hanno confini (Fondazione Centro Culturale Valdese Editore, 1996) e La luna coricata (Alzani, 2004)
GRAZIELLA TRON
Di inverni il lupo non ne ha mai mangiati
Collana romanzi storici del Centro Culturale Valdese – 2015, pp. 100
€ 12
“…. Dopo più di trent’anni di scuola, arriva purtroppo il giorno in cui non è più possibile sottrarsi al più malinconico fra i “polverosi doveri” di un’insegnante: mettere ordine fra le vecchie carte ormai inutili, dare un ultimo sguardo e poi buttare, scordare, senza più l’illusione di poterle rinverdire, o riutilizzare. Pesco dai pacchi di cartelline ingiallite i testi dei bambini che mi erano sembrati più meritevoli di attenzione, e che ritrovo mescolati ad altro materiale scolastico, ai vecchi quaderni dei famigliari, agli appunti (Il materiale preso in considerazione va dal 1954 al 1994). Gettarli assieme al resto? O non mi sentirei piuttosto incoraggiata ad occuparmene ancora, tentando di mettere in evidenza ciò che questi testi intendevano esprimere, inserendoli nel contesto in cui sono stati scritti? Un doveroso tributo al valore dell’istruzione elementare, fatto in nome e per conto degli alunni delle scuole di montagna del secolo scorso. È quindi con un sentimento di riconoscenza che mi accingo a questo lavoro di “ricostruzione” che, per quanto lacunoso e limitato, intende riproporre, con un ampliamento della narrazione, quanto ognuno di questi scritti infantili tentava di esporre al momento in cui fu concepito.
Graziella Tron, nata a Massello nel 1946, insegnante elementare in pensione, risiede a Pinerolo; ha collaborato con la Biblioteca della Società di Studi Valdesi ed è membro dell’Associazione Amici della Scuola Latina di Pomaretto. Si occupa di tradizioni popolari e linguistiche nelle Valli Valdesi. Nel 2003 ha pubblicato, presso Hapax, il quaderno di didattica museale Vita quotidiana nelle Valli Valdesi. Racconti di ragazzi di fine Ottocento e presso l’Editrice Claudiana La benno da patouà (la gerla del patouà) raccolta di testi in occitano. Nel 2015, presso l’Editrice Claudiana, “L’Aigo groso” (il torrente). Alfabetiere occitano per le scuole, con il contributo della Provincia di Torino.
LUISA GAY
Il pianoforte di Fanny, donne sull’orlo di un secolo
Fondazione Centro Culturale Valdese Editore – 2018, pp. 101.
€ 12
“…. Partire dai documenti per raccontare delle storie, o all’inverso narrare delle vicende per capire meglio i documenti e le immagini di un periodo. Questo in estrema sintesi l’obiettivo della collana di romanzi storici della Fondazione Centro Culturale Valdese all’interno della quale questo volume si inserisce. Sette storie di donne dell’Ottocento, qualcuna sfora per altro nei primi anni del Novecento, che ci mostrano uno spaccato della vita delle famiglie “borghesi” che ruotano intorno alle Valli Valdesi in quel periodo. Storie di donne ma anche di rapporti e di scambi internazionali, di impegno nel mondo e di passioni, di viaggi e di accoglienze, di studi e di resistenze, e infine anche di amori. Uno spaccato su una società che non c’è più ma che con le sue lingue ( il francese, l’occitano, l’italiano, l’inglese, il piemontese ) e le sue narrazioni giunge a noi prendendo “corpo” anche attraverso i personaggi che ci presenta.”
Luisa Gay, regista di professione e scrittrice per svago, da quarant’anni trascorre l’estate in Val Pellice. Oltre a scrivere i testi dei suoi spettacoli (Andres; La rosa spezzata; La viola e l’oleandro; Guardare dentro e Joséphine-Sissi-Margherita, regine in villa) ha pubblicato Bepi la marmotta musicale per Ricordi e Ostrica mare vivo per Idealibri. Vive e lavora a Milano.
PAOLA GEYMONAT D’AMORE
Vendesi La casa degli Alberetti
Fondazione Centro Centro Culturale Valdese Editore – 2020, pp. 86.
€ 13
“….Leggendo queste pagine ci si trova immersi in una realtà particolare che guarda a Garzigliana, paese agricolo della pianura pinerolese a una cinquantina di chilometri da Torino, ma anche alle Valli Valdesi ( luogo di provenienza e di “radici identitarie e religiose” della famiglia Albarin ) così come alla Russia ( luogo di lavoro per alcuni dei protagonisti della vicenda ), e a Pinerolo ( centro di riferimento amministrativo ma anche “ capoluogo” della vita sociale della zona interessata dal racconto nelle diverse epoche trattate). Un mondo, quello che si viene mostrando, che non è chiuso in se stesso, ma è aperto, anche se più le vicende vengono verso di noi nel tempo più sembra restringersi e guardare all’interno, a sé. Per contro col passare degli anni la “ creatività” dei protagonisti continua a rendere la vita viva e non monotona. Ci sono poi i valori, i diritti, la resistenza di chi è minoranza e di chi fa scelte particolari, non allineate. Anche su questo fronte nel testo ci si trova di fronte a un ricco “ campionario” di casi e di esperienze.”
Paola Geymonat D’Amore, nata nel 1951, vive alla Gioietta di Bricherasio. È un’insegnante in pensione; ha scritto Le galline non hanno confini (Fondazione Centro Culturale Valdese Editore, 1996), La luna coricata (Alzani, 2004), L’ultimo dottore (Fondazione Centro Culturale Valdese Editore, 2015).
CULTURA LOCALE
GRAZIELLA TRON
La bënno dâ patouà
Claudiana editrice, Torino 2003. Formato 21×25, pp. 48.
€ 5,00 (in esaurimento)
Contenuto: motti, racconti, canzoni, leggende, filastrocche, indovinelli in patouà; la cura della pubblicazione si deve a Graziella Tron. La prima versione fu stampata sotto forma di ciclostilato e divulgato con raccolta di offerte a favore della ristrutturazione della Scuola Latina di Pomaretto. Sostenuto dalla Provincia di Torino con la L.R. 26/90 e L.R. 37/97, è infine uscita la terza edizione della Claudiana di Torino.
GRAZIELLA TRON
L’aigo groso (il torrente)
ill. a colori, Claudiana editrice Torino, 2005. Formato 21×25, pp. 48.
Esaurito
Vi fu un tempo storicamente recentissimo, anche se sconosciuto alle nuove generazioni, in cui l’uso dell’italiano risultava per gli italiani stessi difficoltoso quasi quanto quello di una lingua straniera. Colpa dei dialetti, si disse allora, e nelle scuole iniziò una drastica campagna di dissuasione dall’utilizzo delle diverse parlate locali, fra le quali il patouà, con la speranza di accelerare l’apprendimento della lingua nazionale.
[…]
Le leggi che intendono tutelare le lingue minoritarie ci hanno incoraggiato a produrre uno strumento didattico quale l’Alfabetiere occitano per le scuole L’Aigo groso. L’orientamento che intendiamo seguire è quello di rivolgersi alle generazioni più giovani per incoraggiare a mantenere e ravvivare l’uso della lingua locale, sottolineandone l’unità e la bellezza in un contesto di relazioni e di trasmissione della memoria da parte delle persone anziane. Essendo l’uso della lingua occitana strettamente legata al territorio e alle attività che vi si svolgono, la sua tutela può essere inserita solo in un quadro di valorizzazione delle tradizioni e delle culture locali.
GIORGIO TOURN
Le Lose di Rorà
Hapax editore, Torino 1999. Formato 21×25, pp. 31.
€ 5,00 (in esaurimento)
A colori, riccamente corredato di fotografie d’epoca. Il quaderno è frutto di una collaborazione fra Centro culturale valdese e Comune di Rorà, sostenuto dalla comunità Europea, dalla Provincia di Torino – all’interno del Progetto Cultura Materiale – e dalla Comunità montana val Pellice. Contenuto: accurata descrizione del lavoro nelle cave di pietra, degli strumenti e della vita intorno all’occupazione nelle cave.
GRAZIELLA TRON
Vita quotidiana nelle Valli Valdesi.
Racconti di ragazzi di fine Ottocento
a colori con fotografie, Claudiana editrice-Hapax editore, Torino 2003. Formato 21×25, pp. 30.
€ 6,00
Dedicato alle scuole elementari, il quaderno ha ottenuto il sostegno dalla Regione Piemonte, Direzione Beni culturali – Settore Musei e Patrimonio culturale con la L.R. 58/78 e della Provincia di Torino, Programmazione Beni e Attività Culturali. Contenuto: Attraverso i personaggi di Maria Susanna, Giosuè e Nancy, l’autrice narra tre storie rappresentative della vita tra Otto e Novecento nelle valli valdesi. Versione gratuita disponibile quale materiale didattico.
CO-EDIZIONI
GIORGIO TOURN, A CURA DI
Alfabeto evangelico
ill a colori, Claudiana-Hapax editori, Torino 2000. Formato 21×25, pp. 31.
Brevi testi riprendono in ordine alfabetico alcuni fra i più importanti termini religiosi, ecclesiastici o biblici facilmente riconoscibili in Italia sotto la particolare visuale protestante (Agape, Battesimo, Bibbia, Chiesa, Cristo…). Ogni testo è riccamente contornato di immagini. Rivolto alle scuole, è molto utile per chiunque si avvicini per la prima volta al protestantesimo. Versione gratuita disponibile quale materiale didattico.
MARCO FRATINI, ENRICA MORRA, ETTORE PEYRONEL, DOMENICO ROSSELLI, BRUNO USSEGLIO, A CURA DI
Dal Monviso al Moncenisio,
cartografia a stampa dal XVI al XVII secolo.
ill. a colori, Alzani Editore, 2019. Contributi di Paola Pressenda, Blythe Alice Raviola, Matteo Rivoira.
Catalogo della mostra omonima esposta presso: Fondazione Centro culturale valdese (maggio-giugno 2019); Museo Diocesano di Susa (luglio 2019); Parco Naturale val Troncea a Pragelato (Luglio-agosto 2019); Biblioteca Civica Camillo Alliaudi di Pinerolo (settembre 2019). Contiene in allegato tre riproduzioni di cartine storiche delle Valli valdesi.
“(…) La mostra consegna l’opportunità di una considerazione su problemi che hanno segnato la storia, lasciando tracce durevoli nelle valli valdesi, nelle mentalità, nei dialetti, nelle dinamiche politiche ed economiche, nel paesaggio umano e religioso di un territorio alpino in cui si riverberarono i grandi problemi della storia europea, e che per questo motivo divenne lo spazio su cui verificare le scelte strategiche indotte da strategie internazionali (…)” (Dino Carpanetto, presidente Società di Studi Valdesi)
MARCO FRATINI, DINO CARPANETTO, A CURA DI
I valdesi. Una storia di fede e di libertà.
ill. a colori, Claudiana Editrice, in collaborazione con la Fondazione Centro Culturale Valdese, 2020. pp.155.
€ 14,50
Il volume riprende documenti, materiali e immagini del museo Valdese di Torre Pellice, offrendo un viaggio nella storia di una minoranza religiosa che ha lottato per la libertà propria e di tutti.
RICCARDO CARNOVALINI, ROBERTA FERRARIS
Sulle strade dei valdesi.
Dalla prigionia all’epico ritorno.
ill. a colori, Terre di Mezzo editore, con il contributo di Davide Rosso, 2020. pp. 208.
€ 19
Nuova edizione della guida, completa col tracciato del Glorioso Rimpatrio dei valdesi del 1689 e il percorso della loro prigionia del 1686. Dal 2013 il Glorioso Rimpatrio è riconosciuto quale Itinerario Culturale Europeo. Con la descrizione dell’itinerario tappa per tappa, le altimetrie, i dislivelli, le mappe dettagliate, i servizi per i camminatori anche riguardo a dove dormire. Inoltre, per ogni giorno, il diario dell’eroico viaggio del 1689. Un valido strumento per percorrere la via del Rimpatrio, per viaggiare attraverso le immagini e le descrizioni dei luoghi e dei fatti accaduti in Europa trecento anni fa. La guida è distribuita anche dalla Fondazione Centro Culturale Valdese, in quanto co-curatore.
ALBERT DE LANGE, SAMUELE TOURN BONCOEUR
Sulle strade dei valdesi.
Guida alla via dell’Esilio.
ill. a colori, Edizioni del Capricorno, con il contributo della Fondazione Centro Culturale Valdese, 2014. pp. 159.
€ 14
Una guida completa per ripercorrere, a piedi o in bicicletta, l’itinerario della deportazione dei valdesi dal Piemonte alla Svizzera, avvenuta nei primi mesi del 1687. Le tappe, le cartine dettagliate, gli indirizzi utili per pernottare lungo il percorso. E, giorno per giorno, la cronaca di quel lungo cammino verso l’esilio.
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