.ATTIVITÀ
//Tutela delle lingue minoritarie storiche

Il territorio delle Valli valdesi – Pellice, Chisone e Germanasca – è caratterizzato dal plurilinguismo. I suoi abitanti utilizzano in parte ancora nella vita quotidiana la parlata occitana, i patouà locali, mentre è anche presente l’uso del francese per ragioni storico-religiose (i valdesi per anni furono sostenuti dalle chiese ugonotte del Delfinato e di Ginevra) e geografiche (la posizione di confine con la Francia e l’emigrazione stagionale).

In seguito all’approvazione della legge nazionale 482/99 per la promozione delle lingue minoritarie, le Unioni Montane hanno avviato una serie di progetti avvalendosi della collaborazione degli enti che già da tempo operavano in questo ambito. Alla Fondazione CCV la Comunità Montana Val Pellice prima, e L’Unione Montana in seguito, ha affidato l’organizzazione di corsi di formazione e attività di valorizzazione quali la “settimana del francese” e corsi di lingua e letteratura.

É attivo uno sportello linguistico al pubblico per traduzioni o informazioni presso la Fondazione.
Per saperne di più: sportelloling.valpellice@gmail.com

É attivo uno sportello linguistico al pubblico per traduzioni o informazioni presso la Fondazione.
Per saperne di più:

FRANCESE

Terre del Piemonte, del Delfinato, di Francia, della Repubblica degli Escartons…
La presenza della lingua francese ha caratterizzato per secoli un vasto territorio alpino le cui frontiere politiche non corrispondevano a rigide delimitazioni linguistiche.
Nel corso dei secoli il francese è stato lingua ufficiale nelle alte valli della Dora Riparia e Chisone fino al trattato di Utrech del 1713, lingua delle occupazioni militari francesi, lingua della corte sabauda e lingua culturale e religiosa delle Valli Valdesi.
Essa ci offre oggi la possibilità di comprendere, immaginare e progettare un moderno territorio europeo intessuto di legami linguistici e culturali transfrontalieri.

Le azioni di promozione
e tutela delle lingue minoritarie

• Sportelli centrali di coordinamento, sportelli linguistici decentrati sul territorio, sportello linguistico itinerante presente a manifestazioni culturali, feste, concerti, convegni…
• Incontri di promozione delle lingue minoritarie e animazioni sul territorio
• Concorsi letterari in francese
• Giornate delle lingue minoritarie

• Semaines du français
• Valorizzazione dei gemellaggi con la Francia
• Realizzazione di materiali (dépliants, video, audio, pagine web)
• Trasmissioni radiofoniche www.rbe.it/lingueminoritarie, raccolta di videointerviste www.memoro.org
• Profilo facebook e canale Youtube SPORTELLO LINGUISTICO

Sculptures sur bois.
Vallées Vaudoises et Queyras

Il Quaderno del patrimonio culturale valdese n. 7, edito in occasione della mostra sugli intagli alpini esposta nel 2021, ci offre non solo un viaggio straordinario nel mondo dell’intaglio del Museo Valdese (sezione etnografica), ma permette di scoprire la grande ricchezza degli oggetti scolpiti provenienti dalla collezione di Stéphane Chevalier di Guillestre e in Queyras.
La messa in relazione di questo patrimonio franco-italiano diventa così un’occasione per riflettere sulla nostra storia culturale e linguistica; molti sono i punti in comune, come altre volte vi sono invece dei punti di divergenza illuminanti.
Daniele Jalla ci ricorda che «Nell’arte della decorazione su legno, così come nelle numerose altre manifestazioni della cultura locale, ogni fenomeno censito come «locale», è in realtà stato influenzato da elementi che locali non sono…»
Ma soprattutto non dimentichiamo che questi oggetti hanno un’anima. Portano con sé la storia di coloro che li hanno fabbricati, offerti, utilizzati, portati con loro nel loro esilio, trasmessi e conservati. Dobbiamo quindi prendercene cura: rappresentano un prezioso legame fra i cuori delle persone che battono fra i due versanti della montagna.
In questi video si possono ascoltare i racconti di alcune tipicità e varietà di strumenti utilizzati comunemente nelle nostre vallate, utilizzando una lingua qui famigliare: la lingua francese, non a caso tutelata in questa valle e nella vicina Germanasca (valli valdesi) come una delle lingue minoritarie storiche in Italia.
I video sono stati curati dalle responsabili degli sportelli linguistici del francese presso la Fondazione Centro Culturale Valdese: Micaela Fenoglio e Rolande Moinat.

Introduction au video

Gemellaggi francofoni
nelle Valli Valdesi

Fin dal secondo dopoguerra le nostre valli sono state terra di gemellaggi: l’unione fra Torre Pellice e Guillestre risale infatti al 1954 ed ha costituito un importante momento di riavvicinamento e pacificazione dopo i tragici avvenimenti del decennio precedente.
Al di là della loro funzione politica, culturale e sociale, i gemellaggi rappresentano un’importante occasione di scambi linguistici, in particolare nei nostri territori di frontiera, storicamente plurilingue.
A seguito del monitoraggio della situazione dei gemellaggi intrapreso fin dai primi anni 2000 da parte dell’Unione Montana del Pinerolese, lo Sportello linguistico avente sede presso la Fondazione Centro Culturale Valdese ha condotto un lavoro di analisi e approfondimento dei gemellaggi con città e paesi di lingua francese, che ha portato alla pubblicazione dell’opuscolo bilingue “Jumelages italo-francophones – Gemellaggi italo-francofoni”, che si può trovare qui di seguito.

Lo studio comprende i gemellaggi francofoni dei seguenti comuni: Bobbio Pellice, Bricherasio, Luserna San Giovanni, Torre Pellice, Villar Pellice, in val Pellice; Inverso Pinasca, Perosa Argentina, Prarostino, in val Chisone; Pomaretto e Prali, in val Germanasca.

OCCITANO

La lingua parlata nelle nostre valli e conosciuta comunemente con il termine patouà, appartiene all’area linguistica del provenzale alpino, parte della più ampia famiglia del provenzale: questo, insieme con l’alverniate, il limosino, il linguadociano e il guascone, fa parte dell’area in cui si parla l’occitano (lingua d’oc). A sua volta l’occitano, con il francoprovenzale e il francese (lingua d’oïl), forma il raggruppamento linguistico del galloromanzo, inserito nella grande famiglia delle lingue romanze neolatine, cioè derivate dal latino (come l’italiano, lo spagnolo, il francese…).

L’occitano presenta caratteristiche diverse a seconda della zona, dando luogo a molteplici varietà locali, le quali sono abitualmente utilizzate in famiglia, sul lavoro, o semplicemente durante il tempo libero; ciò ha reso quella occitana una delle minoranze linguistiche più conosciute d’Europa: sono migliaia le persone che parlano la lingua d’oc e quelle che, pur non parlandola, la comprendono con facilità. Le Valli valdesi (Pellice, Germanasca, Chisone) sono fra queste.

Con l’approvazione della Legge 482/99 “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”, numerose sono state le iniziative per tutelare e promuovere la parlata locale, anche, e forse soprattutto, nelle scuole.

«La comunità occitana piemontese è presente in 107 comuni, situati nelle province di Torino e Cuneo, in un territorio che abbraccia l’alta val Susa, la val Chisone, la val Germanasca e la val Pellice, la val Po con le laterali Bronda e Infernotto, la val Varaita, la val Maira, la val Grana, la val Stura, la val Gesso, la val Vermenagna, la val Pesio, la val Ellero e le valli Corsaglie e Maudagna, l’alta val Tanaro. Tale territorio costituisce una parte della macroregione sino alla valle D’Aran e alcune zone della Catalogna (Spagna), nonché nei Comuni Triora e Olivetta San Michele in Liguria e di Guardia Piemontese in Calabria. Al patrimonio culturale e linguistico di questa grande regione transfrontaliera guarda naturalmente la comunità italiana.
La lingua occitana è una lingua romanza (deriva cioè dal latino) e deve il suo nome alla parola OC che in occitano significa “sì”, dal latino hoc est. La ricchezza e la complessità del territorio occitano si riverbera sulla lingua, che si è sviluppata in numerose articolazioni. I parlanti accanto al termine occitano, riferendosi alla propria lingua, utilizzano anche altri termini come patois o parlare a nosto modo, altri ancora preferiscono “provenzale”.
Per ragioni legate soprattutto allo spopolamento delle alte valli, la lingua occitana non è più parlata come un tempo, tuttavia si può stimare che una buona metà della popolazione, benché in parte concentrata nei grossi comuni di fondovalle, parli e, soprattutto, comprenda ancora l’occitano.
Le numerose iniziative di tutela e promozione linguistica, anche di carattere internazionale, intraprese negli ultimi anni hanno gettato le basi per una promettente inversione di tendenza che si manifesta nella riscoperta e nell’appropriazione della lingua e delle tradizioni culturali.»

tratto da Le lingue storiche del Piemonte. Piemontese, occitano, francese, francoprovenzale, walser, Regione Piemonte a cura di, Hapax Editore, Torino 2007, p. 14.

Cartine della
Val Pellice

Nell’ambito della tutela linguistica, la toponomastica locale rivela un’immensa ricchezza di voci, informazioni e riferimenti al territorio e alla cultura che lo caratterizza.
Per valorizzare questo aspetto del patrimonio, lo sportello linguistico occitano ha realizzato, con l’aiuto dell’illustratore Marco Bailone, delle cartine dei comuni della Val Pellice. Sulle carte sono segnalate le principali borgate, o luoghi particolarmente degni di nota, nella variante occitana del comune stesso. Attualmente sono state realizzate le cartine dei comuni di Bobbio Pellice, Villar Pellice, Angrogna e Rorà, ma la Fondazione auspica di poter proseguire il progetto al fine di realizzare le carte degli altri comuni della valle.

Le cartine sono disponibili ad offerta libera presso la segreteria della Fondazione.

Vedi
anche

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