20 Ott 850 ANNI: I VALDESI IN MOVIMENTO Il piacere e il dovere di ricordare – di Bruna Peyrot Pres. FCcv
850 ANNI: I VALDESI IN MOVIMENTO
Il piacere e il dovere di ricordare
Con l’arrivo del nuovo anno – il 2024 – un nuovo anniversario catalizzerà la nostra attenzione: quello dell’850esimo del movimento valdese. La data simbolica della sua origine è il 1174, anno della conversione di Valdo e avvio del movimento valdese. I valdesi, con più insistenza di altri, perseveravano nella volontà di predicare, uomini e donne, il messaggio di Gesù, per questo motivo ancora più da temere, se il loro esempio fosse dilagato. Non è la prima volta che si celebrano centenari.
Nel 1889 si ricordò il Glorioso Rimpatrio di duecento anni prima, evento simbolo di una identità condivisa che prese forma nella istituzionalizzazione della memoria con la topografia dei luoghi storici e della Casa valdese (con Biblioteca e Museo). Nel 1898 toccò al cinquantenario della Emancipazione, ripetuto poi nel 1948. Seguono il 1939 (duecentocinquantesimo del Rimpatrio), il 1974 (ottocento anni del movimento valdese); il 1982 (adesione alla Riforma). Il 1998 (centocinquantesimo dell’emancipazione); il 1989 (terzo centenario del Glorioso Rimpatrio valdese dall’esilio svizzero); il 2017 (quinto centenario delle tesi luterane). Ogni centenario porta con sé la propria discussione, nel contesto politico in cui avviene. E’ normale, certo, così come le domande poste a un passato che si desidera ricordare. Andare indietro nel tempo è un piacere perché recupera quel filo intergenerazionale che lega gli eredi, genetici ed elettivi, a chi ha, nel caso dei valdesi praticato una necessaria e intensa resistenza per il proprio esistere come comunità di credenti. E’ un movimento che restituisce identità che si è sempre confrontata con il contesto storico. Ogni centenario non ha mai avuto una veste conservativa, quanto piuttosto ha approfondito la domanda di cosa significa essere valdesi e protestanti in Italia e in Europa. Andare indietro nel tempo è anche un dovere, un imperativo di conoscenza. Oggi la storia è superata dalla facilità con cui si accede alla contemporaneità delle informazioni (basta chattare qua e là per entrare in mondi anche molto diversi fra loro) e dall’incapacità a ragionare sui legami fra i fatti a causa di un ormai dilagante sapere tecnico concentrato sulla funzione delle cose, sul “fai da te” delle istruzioni per l’uso che disabitua a ragionarci su. Storia per capire chi siamo stati e siamo, dunque, e storia per imparare di nuovo a ragionare cercando la sua complessità anche nel passato. Il 2024 ci porterà al tempo del XII secolo, quando sorsero diversi movimenti ereticali, fra i quali i valdesi, in cerca di autenticità evangelica, in contrasto con i lussi e il potere di vescovi e papi. Approfondire il significato dell’eresia di ieri e chiedersi dove passa l’eventuale eresia di oggi potrebbe essere un movente con quale entrare nell’anno dell’850esimo centenario del movimento valdese
La presidente
Bruna Peyrot